Milano continua ad offrire delle magnifiche passeggiate. Oggi mi sono tuffata all’interno del quartiere Maggiolina, un quartiere residenziale che nasce da piazza Carbonari, a due passi da Isola, e arriva fino al quartiere dei giornalisti: oggi è difficile la distinzione dei due, essendo ormai l’uno inglobato nell’altro.
Quello che colpisce è il fatto di sentirsi lontano dal traffico metropolitano, nonostante il quartiere sia ormai parte del centro cittadino, essendosi la città espansa molto negli ultimi 50 anni.
Protagoniste di quartiere sono infatti le innumerevoli villette in stile liberty che sorgono ovunque, con i loro giardini privati. Il cuore del quartiere è completamente residenziale, senza negozi o supermercati e questo sicuramente concorre a mantenere una quiete di paese.




Per la passeggiata, non è necessario un itinerario preciso, basterà un po’ di curiosità e la voglia di perdersi tra le strade.
Io ho preso la metro Lilla fino alla fermata Marche, ho camminato per via Landriani e ho iniziato il giro dal Piazzale Giuseppe Massari dove già si vedono le prime case indipendenti con giardino privato, tra cui Villa Massari all’angolo con via Bersezio e un’altra villa all’angolo con via Salvagnoli. Ho poi proseguito per via Mirabello lungo un muro di mattoni che nasconde la meravigliosa Villa Mirabello. Oggi sede dell’omonima Fondazione per non vedenti, la villa è del ‘400 e nei secoli ha ospitato diverse famiglie e attività importanti, dai Visconti ai Medici, e ancora Ludovico il Moro. Ha visto secoli incerti per poi riacquisire centralità nei primi del ‘900, quando ospitò i reduci ipovedenti di guerra: da qui ha origine remota l’attuale Fondazione.




La villa è chiusa al pubblico, ma a parte rientrare nei beni che vengono condivisi in occasione delle giornate FAI, la Fondazione organizza degli eventi, a volte con visita guidata annessa (qui potete controllare).
Oltre la Villa, che merita senz’altro un’attenzione particolare, tutta via Mirabello è affascinante e bordeggiata di meravigliose villette. Già qui il traffico si trasforma in ricordo lontano.
Ho proseguito su Via Ximenes per arrivare all’incrocio con Via Arbe e riprendere poi su Via Valussi. Qui all’incrocio troverete un’altra villetta indipendente di mattoni rossi con una torretta: fermatevi un momento prima di rientrare nel cuore della Maggiolina.





Continuate su via Valussi, proseguite su Dario Papa e vi troverete faccia a faccia con le case Igloo di via Lepanto.
Queste case nascono a ridosso del cd Villaggio dei Giornalisti, un villaggio nato dal progetto urbanistico destinato ad alloggi per la piccola e media borghesia agli inizi del ‘900. Fu fatto costruire da una cooperativa costituita principalmente da giornalisti e avvocati, di qui il nome…E nacque proprio in mezzo a queste strade piene di ville indipendenti tutt’altro che modeste.


Successivamente, nel secondo dopoguerra arrivarono queste case Igloo, 8 con precisione, insieme ad una ventina di case a fungo che però furono demolite negli anni 60, in risposta al grave e imminente problema degli innumerevoli sfollati a seguito dei bombardamenti.
Devo essere onesta, le case a Igloo che sono rimaste, non sono niente di eccezionale: a mio modesto parere tenute male e un po’ miserabili, nessuna cura né alcuna considerazione per la loro storia, ma considerando l’unicità architettonica è giusto passarci e vederle con i propri occhi per avere ciascuno la propria idea e non me ne voglia l’ingegnere Cavallè, padre del progetto.
Ahimé, girato l’angolo su Via Perrone, al civico 8, c’è un altro esempio di meraviglia trascurata, sto parlando del progetto architettonico modernista che è in completo stato di abbandono: la casa Palafitta, dimora dell’architetto Figini, ormai passata agli eredi che evidentemente, non l’hanno inserita tra le loro priorità.
Bene, continuate a perdervi tra queste strade senza una meta particolare, ricordatevi sempre di alzare la testa e scrutare oltre siepi e cancelli per non tralasciare nessuna delle meravigliose ville che questo quartiere nasconde.